By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 23 Giugno 2025
Dopo anni in cui scrivo per “Altri” ho voluto scrivere qualcosa di “Mio”.
Ho raccontato la storia di Alice e Andrea così com’è nata: senza dare una risposta netta e senza prendere una posizione.
Si sono incontrati quando la vita sembrava già definita, quando i percorsi erano tracciati e le scelte già fatte.
Si sono trovati su quella stessa isola che li aveva visti crescere, ignara che un giorno sarebbe diventata il simbolo di un legame impossibile da spiegare ma troppo forte per essere negato.
L’ambiguità e l’assenza di giudizio permettono al lettore di entrarci dentro, di riflettersi, interrogarsi e rispecchiarsi.
Alice e Andrea non sono personaggi delle favole, sono tutti noi, umani, imperfetti e la loro storia è fatta di dubbi e desideri contrastanti.
Ho voluto aprire due strade al lettore permettendogli di scegliere: forse resteranno insieme o forse si perderanno.
La narrazione vuole rispettare la complessità della vita che non offre sempre soluzioni semplici; certe storie non hanno una unica verità, ci sono legami che sfuggono alle regole, incontri che lasciano il segno senza trovare un posto preciso nel quotidiano. Quello di Alice e Andrea è un rapporto che vive tra il possibile e l’impossibile che non pretende assoluzioni né cerca giudizi.
Quanti si sono trovati almeno una volta nella vita in quella zona di confine?
By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 30 Gennaio 2024
Ora sono pronta. Dopo un mese abbondante, dopo aver lasciato che le sensazioni e le emozioni si adagiassero tranquille, ora mi sento di poter raccontare il mio viaggio a Bali.
Inaspettato, non programmato e forse per questo ancor più intenso. Dodici giorni talmente pieni di cose da fare e da vedere che sapevo ancor prima di rientrare in Italia che avrei voluto ritornare in questo angolo di paradiso.
Sono partita con mia figlia Elena che mi accompagna in piccole e grandi avventure da quando è praticamente nata; ora giovane donna che sebbene abbia spiccato il volo, costruisce con me un ricordo di viaggio, almeno una volta all’anno.
Bali è intrisa di magia, un paese a religione induista dalle cerimonie leggere e colorate. Bali è il paese dei templi, delle risaie, delle altissime palme, delle scimmie, dei villaggi rurali, dei batik sgargianti. Ogni angolo trasuda misticismo, ogni mattina si fanno offerte per omaggiare gli dei buoni e allontanare i cattivi. Bali è il mare con le sue altissime onde cavalcate da giovani surfisti che planano con le loro tavole sulle acque. Bali sono le atmosfere e le credenze locali che narrano in musica e danze, la lotta infinita tra il bene e il male, quest’ultimo rappresentato da una creatura metà cane e metà leone: Barong.
Ovunque andiamo ci avvolgono profumi di incenso e sandalo, incrociamo sorrisi e scambiamo parole con persone dolci, gentili, dai modi sempre delicati. E delicate sono le mani delle ragazze che ti coccolano nelle SPA, con oli essenziali e balsami caldi aromatizzati. Il massaggio balinese alterna movimenti lenti ed eleganti a quelli più forti e localizzati, ma se ne esce sempre rilassati, quasi inebetiti; amo l’essenza del frangipane, molto rara e particolarmente apprezzata dagli stessi balinesi poiché ritengono agisca a livello emozionale modificando addirittura i pensieri. E ne ho portata una boccetta a casa.
Abbiamo incontrato Tommaso, un ragazzo balinese che ha vissuto 22 anni a Roma il cui accento può dare filo da torcere ai ragazzi di Trastevere. Si è offerto di farci da guida. La fortuna è decisamente nostra compagna di viaggio!
Ci ha portato alle cascate Tukad Cepung, nascoste in un profondo canyon dove per arrivarci abbiamo fatto una serie infinita di gradoni (non si possono che definire tali, essendo alti almeno 50 cm), percorso stradine impervie e scivolose; ci siamo bagnati da capo a piedi, ma ne è valsa la pena.
E il caffè fatto con la cacca degli Lwak? esiste davvero e costa 900 euro al chilo. E’ il caffè più costoso al mondo. Questi animaletti, gli Lwak (piccoli zibetti mammiferi) sono tuttavia ingozzati di bacche affinché producano più escrementi possibili e se le persone ne fossero a conoscenza lascerebbero perdere questo caffè che poi tanto differente dal nostro non è. L’allevamento che abbiamo visitato era molto piccolo, gli animaletti liberi in mezzo a una vegetazione pazzesca tra piante di ananas, banane e alberi di cannella, ma ho intravisto anche delle gabbie…
E poi ci sono le Isole GILI, tre isolette ognuna con una personalità ben precisa , dal mood un po’ hippie disperse nell’oceano a due ore di barca veloce da Bali. Ma il problema non è la distanza bensì l’arrivo … attracco a mezzo metro abbondante dal molo e tutti i passeggeri invitati a scendere devono improvvisarsi atleti del salto in lungo, mentre l’equipaggio lancia borse e zaini a caso.
Va beh, ce l’ho fatta con un guizzo anche soddisfacente. Un mezzo per arrivare all’hotel? solo carretti trainati dai cavalli o biciclette. Le isole sono piccole non hanno mezzi a motore e sono immerse in un giardino tropicale. La sabbia è bianca, grossa, a volte pungente perché formata da coralli frantumati e conchiglie. Ma è il mare a fare da padrone: cristallino, nulla da invidiare alle Maldive! e quando ci tuffiamo ci accoglie una barriera corallina meravigliosa, viva, pulsante dove regine incontrastate sono loro: le tartarughe. Non avevo mai nuotato con le tartarughe, sono bellissime, si avvicinano, quasi le tocco. Un’emozione unica!
Si dice che la soddisfazione per un viaggio sia direttamente proporzionale alle sue aspettative, io non ne avevo ed è stata una esperienza bellissima!
Due consigli pratici:
1-Viaggiare sempre leggeri, non servono valigie da 20 chili.
2-Utilizzare Grab (Uber) per gli spostamenti: comodo, veloce ed economico.Per i più temerari c’è il motorino ma il traffico balinese è piuttosto caotico, soprattutto sulle arterie principali, mentre nei piccoli centri si attraversano stradine molto strette e sconnesse, in più, si guida a sinistra!
By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 28 Aprile 2023
L’artista argentino Leandro Erlich approda a Palazzo Reale di Milano dal 22 aprile al 4 ottobre 2023. Prima volta a Milano e prima volta in Europa. Nato a Buenos Aires nel 1973, Erlich crea grandi installazioni con cui il pubblico si relaziona e interagisce, diventando esso stesso l’opera d’arte. Un artista che mi ha sempre incuriosito per le sue opere surreali che sovvertono la normale percezione della realtà.
Un’ampia monografica che per cinque mesi accoglierà il pubblico italiano e non solo; ogni sua mostra ha conquistato milioni di persone, a Buenos Aires 300.000 i visitatori, 600.000 a Tokyo.
La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con lo Studio Erlich, con la curatela di Francesco Stocchi.
Le sue opere sono uniche e rappresentano un’assoluta novità nel mondo dell’arte e uniscono creatività, visione, emozione e divertimento.
Difficile spiegare Erlich a parole, bisogna provare l’esperienza per capire e io tra pochi giorni andrò!
Dal martedì alla domenica ore 10:00 -19:30 Giovedì ore 10:00 – 22:30 Lunedì chiuso
By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 17 Maggio 2022
Qualche giorno a Parigi e scopro un gioiellino, sconosciuto ai più che è il Museo Nissim de Camondo, vicino a Parc Monceau.
Entrando in questo sontuoso palazzo dei primi del Novecento si viene catapultati indietro nel tempo e si rimane stupefatti dall’integrità degli spazi e degli arredi.
E’ stata residenza privata di un banchiere turco ebreo, Conte Moise de Camondo, appassionato di arte e grande collezionista di oggettistica e tele risalenti al ‘700 francese pre rivoluzionario. Il figlio Nissim, che si arruolò come pilota durante la prima guerra mondiale, morì e il padre gli dedicò la collezione che lasciò poi alla città di Parigi. Il Museo offre uno spaccato delle abitudini e degli usi di una casa aristocratica del XVIII secolo, poiché tutto è stato conservato minuziosamente.
Entrando nella cucina, ultramoderna per l’epoca, mi sembra di far parte del set cinematografico “Downton Abbey” dove cuochi camerieri governante e maggiordomo si affaccendano nelle incombenze domestiche quotidiane. Le pareti e il soffitto sono interamente rivestiti di piastrelle bianche, per facilitare la pulizia e un “monumentale” girarrosto ricordano che il Conte era un buon amante della tavola. Anche i bagni sono di una modernità incredibili e hanno perfino i bidet, cosa che in Francia si trovano raramente.
In questo luogo il tempo si è fermato. I padroni di casa sembra che siano appena usciti; boiseries, mobili, tappeti, orologi, lampadari e servizi di porcellane arredano con eleganza le stanze.
Davvero un cameo parigino da non perdere:
aperto da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle ore 17,30
By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 4 Maggio 2022
A Venezia oggi ho scoperto un luogo “magico” forse sconosciuto ai turisti, ma non ai veneziani! A pochi minuti dai Giardini della Biennale e storicamente con il nome di Serra Margherita ecco la Serra dei Giardini.
Costruzione nata a fine ‘800 per ospitare durante l’inverno le specie di piante più sensibili al freddo, agli inizi degli anni ’90 è stata abbandonata per più di 10 anni fino a quando il Comune di Venezia ha iniziato i lavori di restauro restituendo a questa magnifica struttura tutto il suo splendore.
La Serra si raggiunge da via Garibaldi nel quartiere Castello, il più grande dei sei sestieri (quartieri) e l’unico a non affacciarsi sul Canal Grande.
Pochi i tavolini, immersi nei fiori e nelle piante che si possono anche acquistare perché la Serra effettua attività di vendita di piante in vaso e di materiale per il giardinaggio.
L’atmosfera è piacevole, quasi rarefatta. Le ragazze del servizio ti accolgono con un sorriso e ti propongono snack healthy, centrifughe ed altri prodotti biologici.
Ora che c’è la Biennale, credo che sia il “massimo” fare una pausa in questo luogo scenografico e fuori dalle solite location turistiche e dagli schemi. Stupendo, davvero!
By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 18 Novembre 2019
Capita ogni giorno che noi cerchiamo on line una tipologia di prodotto e ci ritroviamo quello stesso prodotto sponsorizzato nei nostri profili Fb o Instagram
E ci chiediamo come sia possibile.
Ogni giorno nelle bacheche dei nostri profili social appaiono prodotti sponsorizzati di diverse aziende che abbiamo magari ricercato giorni prima in rete.
Facebook mette a disposizione i dati anonimi degli utenti della sua piattaforma e in questo modo è possibile far visualizzare a questi utenti la propria pubblicità in spazi specifici (all’interno delle stories, delle bacheche, dei video).
Se sono interessato a raggiungere utenti che amano vestiti del marchio che produco, Facebook mi permette di “colpire” quel gruppo di utenti anonimi che hanno navigato sulle pagine del mio brend; FB si basa sia su fonti interne come i commenti degli utenti che dimostrano “interesse”, sia su fonti esterne, i Pixel, cioè quelle righe di codici presenti nei web site e nei siti di e-commerce che servono per rilevare e memorizzare gli acquisti fatti e le pagine visualizzate dagli utenti. Quando cerchiamo una tipologia di prodotto on line e poi ci ritroviamo quello stesso prodotto sponsorizzato nei nostri profili, è perché vi sono appunto queste righe di codice che tracciano i nostri comportamenti. Tutti questi dati sono tuttavia trattati in modo anonimo.
Facebook non mi dirà mai che la Signora Paola Bianchi ama le scarpe di Laboutin, mi permette solo di raggiungere un gruppo di persone anonime a cui quelle scarpe piacciono.
Importante è leggere le politiche sulla privacy tutte le volte che ci iscriviamo ad un sito, cosa che non facciamo quasi mai limitandoci a barrare la casella per poter proseguire con l’iscrizione. Quando accettiamo il trattamento dei nostri dati stiamo accettando di entrare in questo processo e non dobbiamo poi meravigliarci o addirittura gridare all’inganno. Le vecchie tecniche di e-mail marketing, newsletter o marketing telefonico non servono più a nulla anzi vengono percepite come fastidiose.
Il rischio in cui si può cadere potrebbe essere di ridurre le persone a semplici data base da raggruppare secondo interessi, età, genere, stili di vita ecc.
In realtà è sempre alla persona che spetta la decisione; e ciò che spinge l’individuo all’acquisto è il suo sentire, la sua propensione e la sua esperienza individuale. Personalmente amo gli abiti di Dior , la filosofia e la creatività della Signora Chiuri ma non soddisfano i miei bisogni per cui non li acquisto. Siamo sempre noi individui a decidere ma dobbiamo essere consapevoli di come si è spostato il modo del marketing e di come velocemente si orienti sui social senza che noi ce ne accorgiamo.