Chi sono i nativi digitali?
Share OnA questa domanda che negli ultimi anni tutti noi over quaranta ci siamo posti almeno una volta, aggiungo: ” Chi è mia figlia?”, quindicenne che ascolta l’iPod, utilizza l’iPhone, legge l’iPad, accende la TV solo in sottofondo, scarica musica da iTune, scambia al volo SMS mentre chatta su FB, guarda l’ultimo video su YouTube, fa check-in su Foursquare trova sintesi e info su Wikipedia, sconti su Groupon e legge le recensioni su TripAdvisors? Un’aliena? Un Visitors? Semplicemente una nativa digitale.
Sono loro, la generazione dei nativi digitali, della net culture che scaricano brani, film, taggano, postano, che hanno dato vita ad una rivoluzione culturale senza eguali, globale e proiettata in avanti.
20 anni, è lo spazio anagrafico di questa generazione che va dal 1977 al 1997, nata sotto il segno dello sviluppo tecnologico e digitale, quella che tra quache anno leggerà solo quotidiani sull’Ipad, acquisterà solo servizi on line, non utilizzerà cash ma carte di credito, ecc…
Don Tapscott, canadese sessantrenne, dieci anni dopo il libro “Crescere digitali” torna ad indagare questa generazione che aveva già definito come “decisamente diversa”.
Col suo staff ha raccolto le interviste di 11mila nati tra il 1977 e il 1997 e ha provato a dare organicità a un quadro fin qui frammentario, perché quasi sempre ricostruito, studiato e soprattutto valutato dagli adulti, che per i giovani nati dopo il 1977 sono o Baby Boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) o X Gener (1965-1976).
Io faccio parte della generazione X e per quanto lavori in questo ambito, conosca i SM e le loro potenzialità non ragionerò mai come mia figlia perchè filtro analiticamente e mi pongo spesso da osservatore e non da sperimentatore. Un ventenne non lo fa, il suo approccio è quello di testare, di utilizzare il mezzo, di trasformarlo e personalizzarlo. Si pone come interlocutore, come player che partecipa attivamente, che si muove con scioltezza che pretende informazioni in tempo reale quando le richiede.
Questo le aziende lo sanno? Sanno che “al di là” del vecchio target ci sono persone che desiderano interagire, creare esperienze, essere coinvolte attivamente?
Allora dotiamoci di strumenti utili a comprendere come il vero problema sia quello di ostinarsi a vestire la realtà nuova con una vecchio abito.