Secondo i dati del 2011 dell’Osservatorio Multicanalità i consumatori spendono sempre più tempo su web scegliendone un utilizzo attivo e non passivo nella produzione e condivisione dei contenuti.

Nel 2013 si stima che aumenterà notevolmente la fruizione di video soprattutto se il contenuto sarà prodotto dagli stessi utenti.

Dispositivi mobili, telecamere hd a prezzi bassi e facili software di montaggio contribuiscono a trasformarci tutti in generetor content

In tale ottica si colloca il video crowdsourcing che in Italia non ha ancora un terreno di applicazione fertile. 

Un’azienda attraverso questo linguaggio può coinvolgere i suoi fan per la realizzazione e lo sviluppo di contenuti e questa è una vera rivoluzione. 

I brand italiani sono indietro, hanno ancora paura del giudizio del cliente che ora con questi strumenti ha il “coltello della critica dalla parte del manico”.

E invece le aziende italiane devono avere fiducia essere competenti in materia digital e social e investire in campagne tese alla co-creazione  chiamando il pubblico a progettare, registrare ed elaborare una grande quantità di azioni e  informazioni.

Significativa è la campagna Chevrolet . La casa automobilistica collaborando con Mofilm, ha creato una community globale di crowdsourcing coinvolgendo registi indipendenti di tutto il mondo nel progetto “Chevrolet Roue 66”. Il video vincitore è stato trasmesso durante il 46mo Super Bowl