Dora Vanelli – Comunicare l'Impresa
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04Mar

Come entrare nel mondo dei Social Media

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 4 Marzo 2011
Nel 2011 il Social Media Marketing (SMM) dovrebbe fare parte delle leve strategiche di marketing aziendale.
E’ importante stabilire degli obiettivi chiari da raggiungere in un determinato arco temporale, e non sottovalutare mai che il profilo on line rappresenta la nostra identità! E che costruirci la nostra personalità è fondamentale per lo sviluppo del business.
Troppe sono le aziende che vedo entrare in questo “mondo” senza un piano di azione concreto solo perchè
comporta un investimento poco dispendioso rispetto ai mezzi tradizionali e tante, ragionando così, hanno già fatto un buco nell’acqua.
Guardiamoci intorno, cosa fanno anche i nostri competitor ma non per emulare le loro azioni ma per essere spronati a fare meglio e a trovare un vantaggio competitivo. 
Se non si hanno le competenze necessarie, è suggeribile collaborare con partner esterni (agenzie o consulenti) per pianificare e supportare la propria strategia ma anche per formare  il personale interno a questa attività.
I social media sono una piattaforma in cui si costruiscono relazioni dirette con il pubblico per cui è basilare dare un volto e un nome alla nostra identità on line .
Tutto questo richiede una costante partecipazione  in termini di ascolto, interazione, risposte. 
E questo coinvolgimento tra pubblico e azienda da i suoi frutti nel medio-lungo periodo. 
C’è bisogno di fiducia, di costanza e di passione, tutti elementi che prendono forma solo col tempo. Se invece ai sociamedia si dedicano sforzi iniziali per poi perdere interesse, inesorabilmente il pubblico perderà interesse per noi facendoci cadere nell’oblio. 
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28Feb

Chi sono i nativi digitali?

By: doraVanelli \ Comments: 5 \ Date: 28 Febbraio 2011
A questa domanda che negli ultimi anni tutti noi over quaranta ci siamo posti almeno una volta, aggiungo: ” Chi è mia figlia?”, quindicenne che ascolta l’iPod, utilizza l’iPhone, legge l’iPad, accende la TV solo in sottofondo, scarica musica da  iTune, scambia al volo  SMS mentre chatta su FB, guarda l’ultimo video su YouTube,  fa check-in su  Foursquare trova sintesi e info su Wikipedia, sconti su Groupon e legge le recensioni su TripAdvisors? Un’aliena? Un Visitors? Semplicemente una nativa digitale.
Sono loro, la generazione dei nativi digitali, della net culture che scaricano brani, film, taggano, postano, che hanno dato vita ad una rivoluzione culturale senza eguali, globale e  proiettata in avanti.
20 anni, è  lo spazio anagrafico di questa generazione che va dal 1977 al 1997, nata sotto il segno dello sviluppo tecnologico e digitale, quella che tra quache anno leggerà solo quotidiani sull’Ipad, acquisterà solo servizi on line, non utilizzerà cash ma carte di credito, ecc…
Don Tapscott, canadese sessantrenne, dieci anni dopo il libro “Crescere digitali”  torna ad indagare questa  generazione che aveva già definito come “decisamente diversa”. 
Col suo staff ha raccolto  le interviste di 11mila nati tra il 1977 e il 1997 e ha provato a dare organicità a un quadro fin qui frammentario, perché quasi sempre ricostruito, studiato e soprattutto valutato dagli adulti, che per i giovani nati dopo il 1977 sono o Baby Boomer (i nati tra il 1946 e il 1964) o X Gener (1965-1976).
Io faccio parte della generazione X e per quanto lavori in questo ambito, conosca i SM e le loro potenzialità non ragionerò mai come mia figlia perchè filtro analiticamente e mi pongo spesso da osservatore e non da sperimentatore. Un ventenne non lo fa, il suo approccio è quello di testare, di utilizzare il mezzo, di trasformarlo e personalizzarlo. Si pone come interlocutore, come player che partecipa attivamente, che si muove con scioltezza che pretende informazioni in tempo reale quando le richiede.
Questo le aziende lo sanno? Sanno che “al di là” del vecchio target ci sono persone che  desiderano interagire, creare esperienze, essere coinvolte attivamente?
 
Allora dotiamoci di strumenti utili a comprendere come il vero problema sia quello di ostinarsi a vestire la realtà nuova con una vecchio abito. 
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23Feb

La gente comune utilizza le tecnologie meglio delle aziende

By: doraVanelli \ Comments: 7 \ Date: 23 Febbraio 2011
Su Prima Comunicazione del mese di febbraio è pubblicato un articolo più che mai vero e rispondente alla realtà.
Siamo nell’era del web 2.0, di un approccio “social”, in una realtà in cui l’evoluzione dei media porta ad un consumo diversificato dei contenuti web. E’ cambiato il rapporto del consumatore nei confronti del brand; c’è maturità, consapevolezza, condivisione, confronto.  I social network sono i luoghi di massima presenza.
Tutte cose che sappiamo, abbiamo letto e ascoltato ovunque!
Ma le aziende? Un marketing manager su tre dichiara di non avere in previsione programmi di comunicazione che includano i SM.
Altri corrono il rischio di voler sbarcare su tanti social network, senza però riuscire a gestirli al meglio.
In ogni caso la  volontà prevalente è di fare informazione online sul prodotto e sulle novità aziendali, privilegiando una modalità di comunicazione monodirezionale, che non preveda l’ interazione.
E allora? 
Le imprese italiane utilizzano le nuove tecnologie basate su Internet per risparmiare ma quasi sempre non sono ancora capaci di usarle bene per collaborare. Anzi, molte aziende ed enti pubblici proibiscono i social network, i wiki, i forum, i blog e in generale gli strumenti più avanzati di collaborazione informale nati nel mondo consumer e giovanile perchè “distraggono”.
Mentre le tecnologie mass market corrono, paradossalmente le aziende restano indietro. 
Ma Internet, e in particolare il web 2.0, è prezioso perché permette di sviluppare le attività di interazione, e quindi forme molto produttive di collaborazione: consente di trovare e sfruttare le migliori competenze ovunque esse siano, di attraversare le barriere che frenano i flussi di informazione, e infine di collaborare per raggiungere obiettivi complessi.
Viene da chiedersi perchè i manager non colgano il fenomeno?

E  non volendo pensare che sia perchè non lo conoscono rispondo: perchè non è mai stato fatto e non è sempre facile, soprattutto in aziende dimensionate, essere portatori di cambiamento.
Ma così si rimane indietro e si perdono clienti!

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22Feb

Stay hungry, stay foolish!

By: doraVanelli \ Comments: 1 \ Date: 22 Febbraio 2011
Il presidente Barack Obama, in visita a San Francisco, ha voluto incontrare giovedì scorso i leader della tecnologia mondiale. Tra questi, ovviamente Steve Jobs e Mark Zuckemberg, oltre che gli AD di Twitter  Google, Yahoo (ma non c’era Microsoft).
Una cena molto riservata e informale.
Steve Jobs,  dato per morente per una recrudescenza del cancro al pancreas dal National Enquirer, ha partecipato alla cena seduto vicino al Presidente.
La grandezza di Jobs e la sua semplicità nel vivere si evince dal discorso che fece nel 2005 ai neolaurati dell’Università di Stanford. 
E io desidero postarlo sul mio blog, sottotitolato in italiano.

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