Dora Vanelli – Comunicare l'Impresa
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19Mar

Una posizione che conta

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 19 Marzo 2011
Il geomarketing sta imponendosi come una leva sempre più importante nelle strategie di marketing e comunicazione adottate dalle aziende evolute. 
Si basa sull’avere a disposizione informazioni sul territiorio da utilizzare in parallelo alla conoscenza della posizione dell’utente. 
Grazie alla veloce diffusione negli ultimi due anni di smartphone e tablet collegabili al sistema GPS si sono sviluppati dei social network che fanno della geolocalizzazione il loro cavallo di “battaglia”.
Foursquare (4SQ), Gowalla, Places di FB georeferenziano contenuti mentre geolocalizzano l’utente. Inizialmente era la “nuova moda del web”, quella di geotaggare un luogo e di far sapere ai propri amici dove ci si trovasse lasciando loro messaggi. 
Ma in breve tempo si è capito la portata  del fenomeno  per il business  offrendo grandi opportunità di comunicazione del brand. 
4SQ ha circa cinque milioni di iscritti e sono evidenti le sue potenzialità perchè dopo Dennis Crowley e Naveen Selvadurai (suoi ideatori), la corsa alla “posizione che conta” è partita alla grande. 
Pensiamo solo a  Places di FB con i suoi 500 milioni di utenti (18 milioni  in Italia) di cui quasi 200 milioni navigano in mobilità. Potenzialità di business molto interessanti!
Io sono iscritta a 4SQ e mi piace  perchè è anche una specie di geolocal game. Si raccolgono punti e badge ogni volta che si fa check in un locale o in un luogo che vanno ad  accumularsi, come trofei, nel nostro profilo. Siamo insomma riconosciuti come “clienti “fedeli” (major)
Si possono  lasciare recensioni  e immagini fornendo  suggerimenti e utili indicazioni agli  amici che poi passeranno da lì. Tutto nella piena filosofia del web 2.0!
Questo apre grosse opportunità di brand marketing: particolari offerte ai clienti  fidelizzati,  sconti , invio  di informazioni mirate.
Coin, Gucci e la Provincia di Ferrara stessa  trovo che stiano utilizzando molto bene 4SQ. 
Ormai lo scopo delle aziende è avere non solo semplici clienti, ma fan del proprio marchio: persone che vi si identifichino e che si appassionino.
Con 4SQ le aziende  possono misurare questo coinvolgimento, grazie alla partecipazione e a un contatto reale con lo stesso utente.
Monica Fabris, sociologa e presidente dell’istituto di ricerca Gpf (fondato da Gian Paolo Fabris), che ha un osservatorio permanente sui social network, scrive: “Foursquare piace perché sposa due cose che piacciono agli italiani: mobilità e socializzazione. E poi simbolizza la nuova fase del Web 2.0: la contaminazione tra reale e virtuale. La socializzazione on line entra nella vita reale. Le due dimensioni della persona si ricompongono”.
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15Mar

Teste eccellenti

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 15 Marzo 2011
L’imprenditorialità è la capacità che una persona ha di tradurre idee in azioni.
Assumendosi dei rischi, dando valore alla creatività, investendo sull’innovazione e la tecnologia ma anche sul  territorio, sviluppando strategie socialmente responsabili e favorevoli  all’ambiente e non dimenticando mai che le relazioni interpersonali sono lo scheletro di qualsiasi business.
Mi è piaciuto leggere sul  Sole24ore.com una lista di dieci innovatori del decennio – stilata dalla redazione di Nòva24 – dando un volto alle idee che più hanno cambiato dieci anni di ricerca,  tecnologia e web.

Solo due donne :((

Una classifica aperta ai lettori, che possono  partecipare al Sondaggio 

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11Mar

I social media nelle piccole aziende: si usano ma (spesso) senza sapere perchè

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 11 Marzo 2011

Riporto un articolo interessante di Gianni Rusconi, in linea con il mio post precedente.

“Quello che arriva da Techaisle, società di ricerca specializzata nel campo delle tecnologie per il comparto Smb, è interessante innanzitutto perché attualizza il fenomeno ai prossimi 12 mesi. Del campione di 406 aziende (con una forza lavoro compresa fra 1 e 99 dipendenti) censite è emerso infatti che il 70% ha in programma di ricorrere, entro il 2011 e a fini promozionali, ai principali strumenti di social networking. Un altro dato curioso, spesso scarsamente evidenziato, mette per contro in luce come circa della metà delle organizzazioni, il 45% per la precisione, confessino di non sapere come queste tecnologie potranno essere d’aiuto per il loro business.
Almeno in apparenza, c’è quindi un’evidente incongruenza fra i livelli di adozione (elevati) e i previsti ritorni degli investimenti (assai nebulosi). In altri termini i social media piacciono, saranno utilizzati in due terzi delle piccole e medie imprese americane ma un imprenditore su due non sa bene cosa aspettarsi in fatto di ritorni dall’investimento”

per la sua lettura completa rimando a http://www.ilsole24ore.com

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