Dora Vanelli – Comunicare l'Impresa
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03Gen

Arriva davvero la sindrome d’astinenza?

By: doraVanelli \ Comments: 2 \ Date: 3 Gennaio 2011

Riporto questa notizia con una certa preoccupazione essendo io una “non nativa digitale”. Anche se per lavoro e piacere utilizzo queste tecnologie, riesco a rilassarmi davanti a un bel libro (cartaceo), stacco il cellulare “anche” per ore (quando ce vò …ce vò!) e non mi vengono nausee da mancanza di connessione.

(AGI) – Londra, 3 gen. – Sono bastate 24 ore di lontananza da e-mail, sms, Facebook e Twitter per stare male e provare ansia e irrequietezza alla stregua del fumatore che tenta di smettere. A rivelarlo è stato un gruppo di ricercatori della Bournemouth University che partecipa all’esperimento internazionale ‘Unplugged’, come riporta il quotidiano britannico ‘Daily Telegraph’. Ai volontari di 12 università di tutto il mondo, tra cui 125 studenti dell’ateneo britannico, è stato chiesto di trascorrere un giorno intero lontano da computer, cellulari, iPod, televisione, radio e giornali. I ragazzi avevano il permesso di utilizzare solo i telefoni di rete fissa e potevano leggere libri. Nel corso dell’esperimento i volontari hanno tenuto diari in cui raccontare la propria esperienza. Da quelle pagine è emerso che molti hanno provato sentimenti di forte irrequietezza, di ansia e isolamento. In pratica, i soggetti si sono trovati alle prese con la sindrome d’astinenza da informazioni. “La misura in cui stiamo usando una parte della moderna tecnologia e dei nuovi media ci sta cambiando”, ha spiegato Roman Gerodimos, lo scienziato che si è occupato della parte britannica dell’esperimento. I giovani che hanno riportato sintomi di dipendenza sono stati maggiormente male per via della mancanza di musica. “Molti di loro”, ha riferito Gerodimos, “hanno detto di aver trovato il silenzio inizialmente piuttosto scomodo e imbarazzante. Ma non appena vi si sono abituati hanno cominciato a notare cose cui mai avevano fatto caso prima: dal canto degli uccelli al ’suono’ della vita quotidiana dei vicini”. Riflettendo su questa esperienza, ha continuato lo scienziato, “i volontari hanno ammesso di soffrire di sintomi dell’astinenza. Gli studenti hanno paragonato quest’esperienza a quella di una dieta e allo smettere di fumare, e la parola dipendenza è risultata ricorrente. La maggioranza di loro in un primo momento ha sofferto, ma poi si è lasciata coinvolgere dalle nuove atmosfere e sensazioni, mentre una minoranza ha odiato tutto questo”. E ha concluso: “Diventare più consapevoli di quanto e come usiamo le nuove tecnologie potrebbe aiutarci a controllare l’effetto che hanno su di noi. E forse dovremmo rinunciarvi almeno per un giorno all’anno”.

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23Dic

La Piramide di Maslow 2.0

By: doraVanelli \ Comments: 2 \ Date: 23 Dicembre 2010
La piramide dei bisogni di Maslow è un concetto utlizzato nel marketing per interpretare il bisogno di soddisfazione degli individui.
Maslow raggruppa i bisogni fondamentali in cinque categorie: bisogni fisiologici, di sicurezza, sociali, di stima e di autorealizzazione. I bisogni di ordine inferiore, una volta soddisfatti, lasciano spazio ai bisogni della classe superiore. Ma questa è ormai preistoria! 
Il successo di un’impresa oggi non è più determinata dalla qualità del prodotto che si da per assodata, ma dalle relazioni stabilite con i propri clienti/interlocutori. 
Potrei tediarvi con le teorie di marketing relazionale ma clicchereste su altre pagine..:)) invece, credo che sia esaustiva e molto chiara la reinterpretazione che   Andy Cavallini ha fatto del marketing (r)evolution.

 Fonte

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21Dic

Non è cambiato nulla! Sarà che le donne sono di “indole” più loquace degli uomini?!

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 21 Dicembre 2010

Word-of-Mouth Has Greatest Effect on Moms 

(da un articolo di “The eMarketer” del 20.12.2010)

If moms weren’t already an attractive enough target for marketers, a Keller Fay study of US internet users and their brand conversations has found that they are more responsive to word-of-mouth than other adults and more likely to help pass on brand messages.

Nearly two-thirds of mothers studied in September 2010 said they typically thought word-of-mouth was credible, 2 percentage points ahead of females in general and 10 percentage points ahead of men. They were also more apt to take action, including passing the information on to others, making a purchase or doing more research on a brand. Across all metrics, while females were more receptive than males, moms were even better disposed to listening to brand 

Weekly Number of Brand Mentions per Person Among US Internet Users, by Gender and Parental Status, Nov 2008-Oct 2009

These characteristics, along with the wider social circles of mothers compared with other adults, help moms overindex as drivers of brand or product conversations.
Research from TRU and Oxygen/NBC Universal also found that new and expectant moms, as part of the demographic segment of “women in transition,” are more likely to be a member of social networks, have 43% more friends on social sites, and are more likely to recommend brands and pass along coupons.

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20Dic

Online e offline

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 20 Dicembre 2010
In alcuni post fa, avevo preso in considerazione il Consumatore 2.0 che preferisco definire “Interlocutore”. 
Le regole del mercato, oggi, le stabilisce lui e siamo tutti d’accordo.
Per milioni di utenti internet i social network sono l’unica destinazione quando si collegano in rete. Abbiamo già preso in considerazione come il brand arrivi in questo mondo dopo, in punta di piedi abituandosi ad ascoltare le conversazioni e reinventando la propria strategia di comunicazione.
Quello che erano minimi tentativi di approccio verso gli interlocutori digitali si sono trasformati in progetti articolati e importanti in termini di investimento.
Qualcuno sostiene che i social media sostituiranno i vecchi sistemi di promozione e adv che ad oggi rappresentano ancora una buona fetta di mercato. L’accellerata che il nostro mondo, della comunicazione, ha ricevuto non condurrà alla cancellazione del passato ma ad una evoluzione in cui online e offline si integreranno ponendo sempre  al centro la persona.
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