Dora Vanelli – Comunicare l'Impresa
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25Ott

Halloween, tempo di streghe, zucche e fantasmi

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 25 Ottobre 2011
   
Ma è tempo anche di teschi e non solo per questa festa d’importazione.
For the Love of God, il teschio tempestato di diamanti opera dell’artista inglese Damien Hirst  è stato esposto a Palazzo Vecchio, a Firenze, dal 26 novembre 2010 al 1 maggio 2011 con mostra prorogata di un mese.
For the Love of God è un calco di platino di un teschio umano in scala reale tempestato di più di 8.000 diamanti al massimo grado di purezza o con pochissime imperfezioni, per un totale di 1.106,18 carati. Un successo inimmaginabile.
 
Un tempo era il simbolo dei pirati, delle rockstar, dei bad boy, ora il teschio viene proposto in ambienti “chic” come emblema fashion e superglam, puntando su mirate operazioni di comunicazione.
La Skull’s mania è stata lanciata nell’olimpo della moda da Alexander McQueen nella sua ultima sfilata prima di morire, e reinventata da case di moda che lo hanno declinato in t-shirt, gioielli, scarpe, borse, foulard, ecc..
Tutto questo per dire cosa? Che la testa del morto è presente ovunque, anche sugli accessori tecnologici, vedi cover per gli I-Phone, cuffie per lettori musicali, gingilli per sofisticati geek.
Poteva il marketing non acchiappare questa opportunità? A trasformare un simbolo funereo in un messaggio scanzonato e vivifico? 
A dire il vero lo skull style si è da tempo imposto nel mondo della moda conferendogli  un’allure rock ma anche ironica. Infatti, per quanto il teschio nell’immaginario sia legato al mondo noir, è stato sdoganato, sdrammatizato e reinventato e questo mi piace, non solo ad Halloween. 
Chissà se prima o poi si farà un’operazione del genere con Babbo Natale? :))
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20Ott

Il mondo femminile come risorsa

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 20 Ottobre 2011
A Milano il 28 e il 29 ottobre si farà il punto sul ruolo della figura femminile come risorsa per l’ innovazione sociale.
Alla Fondazione Belisario  si discuterà sul tema Risorse per l’innovazione sociale alla luce del numero di donne che entreranno negli organi sociali delle società quotate e delle controllate dalle Pubbliche Amministrazioni a seguito della legge sulle quote di genere che entrerà in vigore dal 28 luglio 2012 per i prossimi nove anni.
Tutto questo grazie all’Onorevole Lella Golfo che è stata la prima ad aver ideato, costruito  e presentato il provvedimento che per la prima volta introduce le quote obbligatorie in Italia.
Donne fortunate, poche, ma intanto incominiciamo da loro; incominciamo dal fatto che le aziende vivano la presenza delle quote femminili sempre più come crescita che come criticità.
Confido che in questi anni le donne delle quote rosa possano costruire nuovi modelli, imprimere direzioni differenti dalle solite e che mia figlia, ora quindicenne, possa essere libera da tutti quegli stereotipi che hanno bloccato le aspirazioni professionali e i sogni di tante donne. 
La partecipazione è gratuita basta accreditarsi con una e-mail a Fondazione Marisa Bellisario info@fondazionebellisario.org
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06Ott

Ciao Steve

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 6 Ottobre 2011

Mi sono svegliata con questa notizia che temevo di leggere da quando Jobs ha lasciato la Apple a fine agosto.

Sono molto triste, se ne è andato un grande uomo di cui avevo inserito mesi e mesi fa il suo discorso all’Università di Stanford che ha fatto “storia”. Lo ripropongo…

Ciao Steve Jobs, il mondo ha davvero perso un visionario!

Il Suo discorso a Stanford

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27Set

Ma un comunicatore, no?

By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 27 Settembre 2011
Rivolgo il mio “plauso” e i miei più “sentiti complimenti” all’autore dell’articolo su Eccellere.com: Marco Stancati” :))
Innanzitutto bisogna leggere l’articolo interamente per capire il mio formalismo lessicale che solitamente non esercito;
l’ultimo paragrafo mi è piaciuto in modo particolare…..”Ma un comunicatore, no?”
Questa domanda me la sono posta spesso  negli ultimi anni di professione …a volte tacevo ma altre volte la ponevo direttamente al mio interlocutore…..millantato direttore marketing con conoscenze più commerciali che strategiche, con una sostanziale visione del “meglio un uovo oggi che una gallina domani ” (salvo pentirsi il giorno successivo), con un occhio al prodotto e mai al pubblico che dovrebbe acquistarselo e più che mai convinto  che “loro sono i migliori, i più bravi, i più all’avanguardia ….insomma sono i più'”. 
Ascoltare?
“Ascoltare chi? gli altri devono ascoltarci.”
“Condividere? scherzerai! quello che facciamo lo teniamo per noi così evitiamo che ci copino e che ci critichino.”
Potrei continuare per ore ma credo che il suggerimento di Marco al Ministro Gelmini sia sufficientemente esaustivo e possa estendersi a tutti coloro che credono di poter fare a meno di un comunicatore serio.
Lo riporto così come è stato scritto:
“Forse è venuto il momento, signor Ministro, che riconsideri il suo pregiudizio per la famiglia professionale dei comunicatori. Quelli veri, quelli originali autentici, che si formano attraverso cinque anni di studi (3+2, ha presente?), frequentano laboratori di scrittura, di organizzazione dei contenuti, di public speaking, di pianificazione delle attività comunicative, svolgono tirocini in azienda, vanno all’estero, si muovono con agilità sulle piazze fisiche e su quelle digitali. Spesso si mantengono agli studi, laboriosamente, nonostante la crisi e malgrado i Suoi pregiudizi. Probabilmente sarebbe bastato un neolaureato così a evitare il grottesco infortunio: sono giovani pieni di professionalità ed entusiasmo nella stragrande maggioranza. Li conosco da vicino. Giovani che hanno capito l’importanza propedeutica dell’ascolto, della verifica, del confronto, di capire un contenuto prima di proporlo.
Insomma che hanno metabolizzato che la comunicazione è un processo inferenziale che si alimenta, sempre di meno, di apodittici comunicati stampa”

 Mediatate gente, meditate.

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