Dora Vanelli – Comunicare l'Impresa
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L’ufficio stampa si evolve

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By: doraVanelli \ Comments: 0 \ Date: 9 Febbraio 2011
Se fino a 6/7  anni fa l’ufficio stampa doveva diffondere ai media le notizie relative alla propria organizzazione per darne visibilità e una percezione positiva, oggi deve rivedere il suo ruolo perchè l’impresa non si racconta nè si mette in vetrina ma deve saper ascoltare.

Tutto ciò richiede sensibilità e  un approccio in cui la conversazione con le persone non è percepito come un costo bensì come opportunità di conoscenza . 
Al centro dell’attenzione ci sono le persone  e in questo scenario le organizzazioni e i loro uffici stampa diventano “aperti” e comunicativi, pena l’insuccesso delle organizzazioni stesse.
Prima conosciamo chi siano i nostri interlocutori, le motivazioni che li conducano verso di noi, capiamo cosa possiamo fare  per soddisfarli e in quale modo, soltanto dopo adottiamo i giusti strumenti di comunicazione per interagire.

E questo approccio di apertura cambia anche i meccanismi della narrazione delle organizzazioni, non più autoreferenziale ma condivisa e coinvolgente. 
In questo scenario l’ufficio stampa ridelinea il proprio ruolo di analisi e di ascolto, elabora le informazioni interne ed esterne e le veicola ai vari pubblici in base alle loro specifiche richieste ed esigenze.
Il suo ruolo “classico” di monitoraggio si evolve in un vero e proprio strumento di osservazione delle tendenze, delle evoluzioni e degli interessi degli stakeholder e a questo va aggiunto un focus costante sulle dinamiche interne dell’organizzazione;
ed è da questa analisi comparata esterna ed interna che l’ufficio stampa 2.0 è in grado di valutare strategie utili al suo successo.
Questo sviluppo di competenze è un passo necessario per chi opera nel settore che oltre a elaborare e comunicare deve saper analizzare, scegliere, progettare e coordinare.

Il reale valore nel terzo millennio delle aziende e dei manager che le dirigono, non sarà il fatturato che essi producono, bensì il numero e la qualità delle relazioni da essi instaurati con i propri target interlocutori e di riferimento interni ed esterni“

Jeremy Rifkin